Fare la spesa al tempo del CoVD

In questi giorni, facendo la spesa mi ricordi spesso di mia suocera.
Nata nel 1922 era evidentemente stata educata con le abitudini igieniche che erano state introdotte dopo le grandi epidemie influenzali del secolo scorso.
Perciò in città o se le capitava di stare in mezzo a persone sconosciute si muoveva solo indossando guanti di cotone e  magliette con le maniche lunghe anche in estate.
Soprattutto le sue attenzioni erano concentrate nel fare la spesa di alimentari.
In frutteria discuteva spesso con il titolare perché permetteva ai clienti di toccare i prodotti (abitudine vietata per legge da oltre 50 anni), se al mercato le offrivano gentilmente un assaggio, si rifiutava scandalizzata all'idea di toccare il cibo senza essersi lavata le mani, per non parlare di panettiere e macellaio che uscivano da dietro il banco, per prendere altri articoli o peggio, per andare alla cassa.
Le sue abitudini, che sembravano inutili grazie all'avvento della grande distribuzione (che ha organizzato il personale dando regole e ruoli specifici ) e degli antibiotici (che ci permettono di curare la maggior parte delle infezioni) ora diventano la base per le regole di tutti.
Quelle a cui dovranno essere educati i bambini nati quasi cent'anni dopo di lei e che per loro, come per la generazione di mia suocera, ritorneranno ad essere normali.

Ecco, per chi non li ha ancora visti,i consigli dell'Istituto superiore di Sanità